Pignoramento e blocco pensioni a chi non paga cartelle esattoriali: novità 2018.

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Pignoramento e blocco pensioni a chi non paga cartelle esattoriali: novità 2018.

AVVOCATO TIZIANA CHIAPPONI
Pubblicato in BLOG 2018 · 11 Ottobre 2018
Le novità introdotte con la legge di bilancio 2018 in materia di riscossione e crediti esattoriali.
Con la legge di bilancio 2018 si sono introdotte delle novità in  materia di crediti esattoriali che interessano anche i pensionati. Nel  dettaglio, per assicurare la riscossione dei crediti esattoriali la PA  può effettuare un blocco dei pagamenti fino alla soglia di 5mila euro.  Spieghiamo meglio quindi quali effetti avrà tale misura partendo  proprio dalla recente circolare Inps del 12.03.2018 n.1085. Tale  circolare precisa innanzitutto che sarà concesso più tempo all'Agenzia  delle entrate riscossione per procedere al pignoramento: non più 30 giorni ma 60 giorni.
In questo arco temporale, quindi, la PA sospende l'ordinativo di pagamento in favore del contribuente interessato. Procede quindi a chiedere all'Agente della Riscossione se il contribuente beneficiario è debitore di somme per l'omesso pagamento di una o più i cartelle di pagamento.
                
L'agenzia delle Entrate riscossione risponde entro 5 giorni e in caso di risposta positiva ha 60 giorni di tempo  per attivare la procedura di riscossione. Tale termine serve sia a  consentire la notifica dell'atto di pignoramento sia a permettere al  privato inadempiente di adempiere. Il blocco resterà per 2 mesi dalla  comunicazione del debito da parte dell'agente di riscossione alla PA se  l'ordinativo di pagamento a cui si riferisce è stato emesso a partire  dal 1/03/2018, ma anche per ordinativi emessi prima, se i 30 giorni non sono ancora trascorsi alla medesima data.
Blocco della pensione a chi non paga le cartelle esattoriali: i dettagli
Per quanto riguarda la categoria dei pensionati, invece, coloro che  hanno maturato debiti con l'Agenzia Entrate Riscossione per cartelle di  pagamento non saldate, possono vedersi sospesi gli accrediti della pensione in loro favore. Sarà  infatti l'Agenzia Entrate Riscossione, ex Equitalia, a verificare e  controllare i debiti erariali superiori a 5mila euro, ma anche inferiori  a tale limite (e non più 10.000).
                
Ecco quindi che una volta verificato ciò la  prestazione viene accantonata e il relativo pagamento della pensione  sospeso per un massimo di 60 giorni. In detto termine, anche in questo  casi l'Agente della riscossione può attivare la procedura di pignoramento.  Stesso discorso vale non solo per le pensioni ma anche per le indennità  di fine rapporto e di fine servizio. Restano salve le prestazioni  assistenziali, le rendite Inail e le prestazioni erogate per conto di  altri soggetti.
Evidenziamo che benché l'Inps, in tali casi, possa quindi non erogare l'assegno pensionistico, deve comunque rispettare dei limiti.  Ovvero deve essere accantonata solo una parte della pensione pari ad  una volta e mezzo l'assegno sociale. Il massimo pignorabile è quindi  1/5, detratto il minimo vitale. Nel caso non vengano  rispettati tali limiti di pignorabilità, il pensionato può comunque  sempre rivolgersi ad un avvocato e fare ricorso mediante un'opposizione  all'esecuzione. Un'eventuale ricorso in autotutela non sospende di certo  i termini per il ricorso al giudice.


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